L’ARBITRO MAURIZIO MARTOLINI PARLA DEL MONDIALE |
Maurizio Martolini, 44 anni, l'arbitro più gettonato in campo internazionale, ha diretto la finale tra URSS e USA, a Mosca, nel X Campionato del mondo femminile vinto dalle americane. In questo articolo espone le sue impressioni sulla competizione. Con il X Campionato del Mondo forse il basket femminile ha definitivamente voltato pagina. II dominio della squadra statunitense è infatti apparso netto e la sua forza in tutti i settori, e nella panchina, ha sgretolato la resistenza, a volte accanita, di tutte le squadre che tentavano di strapparle il ruolo di favorita. D'altronde la squadra americana non ha fatto che ripetere il trionfo di pochi giorni prima, quando contro molte delle stesse avversarie si era aggiudicata, sempre a Mosca e sullo stesso campo, il palazzetto Olimpico della CSKA, la prima edizione dei "Goddwill Games" i Giochi della "Buona Volonta", voluti e nati da una collaborazione russo americana. Dopo la disfatta sovietica, appunto in questi giochi, aria di gran rivoluzione e defenestrazione dell'allenatore Kapranov, tanto per dimostrare che tutto il mondo è paese, a favore del suo vice Leonid con un cognome per me impraticabile, allenatore della Dinamo di Novosibirsk attualmente Campione femminile di Russia. II buon Leonid ha rifatto completamente la squadra cambiando pezzi importanti nella formazione russa e rinunciando definitivamente alla Semionova, forse per velocizzare il ritmo della squadra, ma è riuscito solo a diminuire il margine di scarto subito nei "Goodwill" da trenta a venti punti ed è stata mia impressione che la squadra USA non abbia voluto premere sull'acceleratore nella partita finale, tirando fuori, ad un certo punto, le sue migliori giocatrici. Quando poi l'Unione Sovietica si è avvicinata a nove lunghezze e l'atmosfera in campo si stava riscaldando più del dovuto riecco sul campo le sue migliori giocatrici tra cui la fuoriclasse Cheril Miller ed il break, pressoché incolmabile, era nuovamente fatto. Comunque la finale non è stata, a mio avviso, la partita più bella di questo Campionato del mondo. Stati Uniti-Cina, nel girone di qualificazione di Vilnius, è stata per trenta minuti, fino a che le americane non sono riuscite a staccarsi nel punteggio dalle avversarie, molto più incerta e spettacolare. Si pensi che il primo tempo, giocato a grande velocità, era terminato per 50 a 49 ed alle prodezze della squadra americana rispondevano di pari passo quelle della squadra cinese nelle cui file spiccava un pivot che ricordava, per stazza e leggiadria, una Semionova molto più agile e con una mano molto calda anche da fuori. La Cina deve la sua esclusione dalla semifinale per la medaglia solo alla sua incredibile ed inspiegabile ingenuità quando, con 17 punti di vantaggio al termine del primo tempo sulla poi sempre sorprendente Cecoslovacchia, si faceva rimontare per perdere di quattro punti. Senza questo "infortunio" forse il nome di una finalista sarebbe cambiato e... chi lo sa? Rammarico per la mancanza della squadra italiana, della quale molti mi chiedevano, che sicuramente, magari non entrando in finale, avrebbe comunque fatto un'ottima figura e raggiunto un piazzamento onorevole. Vorrei inoltre rilevare che in questo Campionato ha giocato anche Taiwan, l'altra Cina. Taiwan nell'occasione, e per sempre da ora, ha rinunciato anche a questo nome. Si chiama Chinese Taipei Basketball Association che suona più come un nome da squadra di Club che da nazionale, anche perché in effetti Taipei è solamente la capitale di Taiwan. Taiwan e Cina popolare erano nello stesso girone, Taiwan e Cina si sono storicamente incontrate al di là di quello che può essere stato il risultato del campo. Una rassegna di indubbio interesse. L'arrivo sulla grande scena dell'USA forse non pone termine al lungo predominio sovietico, certamente ridimensiona quella costante supremazia espressa. Ma il successo americano testimonia che quando gli USA una competizione la prendono sul serio - e c'è analogia con l'affermazione conseguita nel mondiale maschile in Spagna - è molto difficile superare quella che nel mondo è la superscuola cestistica. L'Europa nel confronto ha retto con I'URSS rimanendo imbottigliata, nella classifica finale, tra USA e Canada, sempre più sorprendente, davanti ad una Cecoslovacchia che con il suo quarto posto ha impedito il crollo del blocco orientale. Infatti il centro classifica è occupato da Cina e Cuba, inferiore all'aspettativa, dopo di che arrivano Bulgaria ed Ungheria. A mio parere, come giudizio complessivo, questo decimo Mondiale ha modificato i termini di rapporto dei valori. La prossima edizione proporrà grandi rivincite e la verifica di quel rinnovamento che Mosca ha posto in evidenza. Un appuntamento al quale io mi auguro si faccia trovare puntuale anche l’Italia. |